Approvato il decreto del MEF per l’attuazione finanziaria del PNRR
Emanato il 6 agosto il decreto sull’assegnazione delle risorse del PNRR dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.
L’Italia con il PNRR ha predisposto un progetto di riforme diviso in sei missioni:
1. Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo e la Pubblica Amministrazione, l’istruzione, la Sanità e il Fisco;
2. Rivoluzione verde e transizione ecologica;
3. Infrastrutture, per la mobilità e le telecomunicazioni, con la realizzazione di una Rete nazionale in fibra ottica, lo sviluppo delle reti 5G e l’Alta Velocità;
4. Istruzione, formazione, ricerca e cultura;
5. Equità sociale, di genere e territoriale, con focus sulle politiche attive del lavoro e sul piano per il Sud;
6. Salute.
Il 24 settembre con il provvedimento in Gazzetta ufficiale si innesca il processo del Recovery Plan e si ripartiscono i 191,5 miliardi del PNRR in 256 capitoli di spesa totali tra investimenti e subinvestimenti ripartiti tra 23 amministrazioni centrali e in 526 obiettivi da centrare, da oggi al 30 giugno 2026.
Ecco come saranno impiegate le risorse:
– 124,5 miliardi per nuovi progetti;
– 51,4 miliardi per progetti in essere;
– 15,6 miliardi per progetti finanziati dal fondo sviluppo e coesione.
Quali sono gli obiettivi del PNRR?
– ridurre l’impatto sociale ed economico della crisi pandemica;
– raddoppiare il tasso medio di crescita dell’economia italiana dallo 0,8% all’1,6%, in linea con la media UE;
– aumentare gli investimenti pubblici almeno al 3% del PIL;
– far crescere la spesa per Ricerca e Sviluppo (R&S) dall’attuale 1.3% al 2,1%, al di sopra della media UE;
– portare il tasso di occupazione al 73,2%, in linea con la media UE, contro l’attuale 63%;
– innalzare gli indicatori di benessere, equità e sostenibilità ambientale;
– ridurre i divari territoriali di reddito, occupazione, dotazione infrastrutturale e livello dei servizi pubblici;
– aumentare l’aspettativa di vita in buona salute;
– migliorare il tasso di natalità e la crescita demografica;
– ridurre l’abbandono scolastico e l’inattività dei giovani;
– migliorare la preparazione degli studenti e la quota di diplomati e laureati;
– rafforzare la sicurezza e la resilienza del Paese nei confronti di calamità naturali, cambiamenti climatici, crisi epidemiche e rischi geopolitici;
– promuovere filiere agroalimentari sostenibili e combattere gli sprechi alimentari;
– garantire la sostenibilità e la resilienza della finanza pubblica.
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